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Ci ha
lasciati. In un attimo se n'è andato. Neanche il tempo di capire, di prepararci;
anche se, quando poi accade, preparati non si è mai e
il tempo concessoci non aiuta a lenire il dolore. Quando se ne va un uomo solare come Luigi, William Cole per
noi pards, dobbiamo attingere a piene mani dalla riserva dei ricordi di una
vita: è, allora, che tornano in mente le
strette di mano, le pacche sulle spalle e quel bel sorriso di sempre che faceva
bene a tutti noi.
Lo ricordo negli anni degli esordi del tiro dinamico
in Italia. Lui, da sempre grande tiratore, in squadra con Pio Radici, eterno compagno di vita. Sparava veloce, Luigi, aveva un grande talento. Viveva la gara come fosse sempre
la prima volta. «Mai abbassare la guardia» sembrava
dire nonostante l'aspetto gioioso, scanzonato. Ma lui, la gara la viveva sul
serio, si vinceva o si perdeva. Sia che i colori dello Shooting Club Gualdo
Tadino trionfassero sui campi di mezza Italia o no, il suo approccio era sempre
quello: vivace e ironico, capace di dare la carica a tutti.
Dal tiro dinamico al Cowboy Action Shooting il
passo è stato breve. Elegante, preparato, da gran tiratore si ritagliò il suo
spazio, tra i più difficili della disciplina sportiva: il Gunfighter. E
viaggiava sempre alto nella classifica. Quando se ne va
un amico restiamo turbati, avvertiamo forte il privilegio di averlo conosciuto,
di averne apprezzato le doti. Ecco, questo il sentimento che è stato mio, ma
sono certo anche vostro, alla notizia della morte di Luigi. Lui lascia un posto
vuoto, certo, ma noi dovremo continuare a ricordare il suo sorriso. Credo sia
quello che Luigi si aspetta da noi.
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